E' tutto vero: un vero Lupo della Sila in condizioni di difficoltà è stato soccorso da due coraggiosissime e bravissime  persone e attualmente si trova in cura in attesa di ritornare a casa. Vi lasciamo alle immagini e al commovente racconto di Giuseppe Guzzo e Mara Carchidi , i due soccorritori

 

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Ore 5:00 il lupo dopo una serie di verifiche, riiusciamo a ricoverarlo.
Mi reputo una persona fortunata, la mia gamba é finita nella morsa dei suoi denti ma il lupo mi ha guardato, ci siamo guardati , poi ha subito mollato l'azione. Non voleva mordere, poteva farmi del male, ha voluto solo dirmi chi era.....poi si é fatto parlare e accarezzare ed infine aiutare.
Ho gestito l'esemplare come se fosse una persona e insieme a Mara siamo riusciti a tutelarlo in attesa di soccorsi che non hanno tardato ad arrivare.
Si parla della tutela del Lupo, é importante iniziare a sensibilizzare verso questi episodi che non si verificano tutti i giorni, ma possono succedere. .per adesso il lupo detto “lupo” é sotto cura e presto ritornerà a correre.
Un ringraziamento Va a coloro che la notte del 1 gennaio ,dopo essere stati allertati, hanno condiviso con me e Mara una serata gelida a capire come gestire il Re del bosco simbolo della nostra Sila.
Grazie a Ivan Franco Vigna intervenuto subito a sostegno, il Presidente del Parco Nazionale della Sila disturbato alle 24:00, Polizia Provinciale nella figura di Gianluca Congi, Carabinieri San Pietro in Guarano, Soccorso Alpino Guardia di Finanza, Dottore dell'ASL, Carabinieri Parco Cupone, Ricercatore Giacomo Gervado, il dott. di cui non conosco il nome della clinica degli animali in Viale della Repubblica Cosenza.
Il lupo é cattivo solo nelle favole ma per colpa del vero cattivo"l'uomo".

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Il Lupo racconta..
"Ahi! Il dolore è tremendo, forse qualcosa che ho mangiato mi ha fatto male, o forse qualcosa mi ha travolto, aggredito o ferito. Non lo so, sono confuso e il dolore mi toglie tutte le forze. Non mi piace stare qui: sono allo scoperto e passano troppi, troppo velocemente e troppo vicini, quei cosi grossi e rumorosi e che emanano quella luce intensa; non capisco il senso del loro comportamento, dei loro movimenti, dei versi e ancor meno di quel loro odore forte e sgradevole, ma non riesco a muovermi e anche se ci riuscissi potrei finire sulla loro scia, stordito come sono. Quindi me ne resto qui, sdraiato sulla neve, disorientato e sofferente.
Dopo un po' qualcuno, un odore più "normale", si avvicina. È un umano, di quelli cicciotti e dalle gambe corte che a vederli ti viene voglia di provare ad inseguirli, tanto non andrebbero lontano. Ma si sa, e ce lo insegnano sin da cuccioli, che cacciare gli umani non conviene: la loro reazione è sempre sproporzionata, sono ingordi e crudeli e non giocano secondo le regole degli altri animali.
Questo mi si avvicina e allunga una zampa per toccarmi. Accidenti! Sono vulnerabile, in questo momento, e ogni movimento è un dolore atroce. Provo in ogni caso ad afferrargli coi denti una zampa posteriore: "Ehi, non ci provare!" gli sto dicendo, ma lo guardo negli occhi, sento i suoi versi rassicuranti e il suo odore, che non è quello dell'eccitazione del predatore: non sa di caccia e di fame. Non so che intenzioni abbia, questo qui, ma so per istinto che non vuole aggredirmi.
Non lo ferisco.
Si avvicina un altro umano. Una femmina. Non prova a toccarmi, e comunque neppure lei sembra aggressiva. Mi guarda e fa versi da madre ai cuccioli.
Ah... questo stordimento... e poi inizio a sentire freddo. Ma come! Proprio io, un lupo tra i più grossi, abituato a muovermi nelle foreste gelide dell'inverno silano, soffro tanto per il freddo? Eh, forse è proprio perché non mi muovo: restare fermi a lungo quando fa freddo e senza un branco a tenerti al caldo non è una buona cosa.
Ecco, si avvicina un altro umano: pure questo qui è grassoccio e con le gambe corte... Caspita, proprio ora che non posso muovermi!
Nemmeno lui prova a toccarmi, comunque. Anzi, sembra voler dissuadere gli altri dall'avvicinarsi a me. Dal suo odore capisco che è diffidente, ma non aggressivo.
Passa del tempo, si avvicinano sempre più umani. Troppi. Non mi piace, non sono tranquillo, ma sono così debole e stordito, e sento così freddo..."
Maria Sprovieri

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

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